Milano, la Scala dice basta a canottiere e bermuda: torna il dress code

Di: Luca P | 6 Luglio 2025, 17:43
Teatro alla Scala

Al Teatro alla Scala di Milano si torna a fare sul serio con l’abbigliamento. Niente più pantaloni corti, infradito o canottiere: chi si presenta così rischia di restare fuori, senza nemmeno la consolazione del rimborso. La notizia circolava da qualche giorno, ma ora è ufficiale: il dress code c’è sempre stato, solo che per un po’ nessuno sembrava accorgersene. Adesso però si fa sul serio, con tanto di cartelli all’ingresso e maschere pronte a far rispettare le regole.

 

Non stiamo parlando di smoking obbligatorio o tacchi a spillo, sia chiaro. Le richieste della Scala sono tutto sommato semplici: vestirsi con un minimo di buon senso. Una camicia, un paio di pantaloni lunghi, scarpe chiuse. Nulla di impossibile, soprattutto per un luogo che è uno dei simboli culturali più importanti di Milano e dell’Italia intera. E poi, diciamolo: è anche una questione di rispetto verso chi lavora sul palco e verso gli altri spettatori.

 

Il precedente sovrintendente, Dominique Meyer, era stato più morbido. Diceva: “L’importante è che i giovani vengano, non come si vestono”. Una posizione comprensibile, anche perché lui stesso, da ragazzo, era stato ripreso all’Opéra di Parigi per un look considerato poco adeguato. Però alla Scala, più che i ragazzi, sembrano essere alcuni turisti a creare problemi. Quelli che magari si presentano con lo zaino in spalla e i sandali ai piedi, convinti di essere ancora in giro per il centro. Il teatro però non è un monumento da visitare: è uno spazio vivo, dove il comportamento ha ancora un peso.

 

Il nuovo sovrintendente, Ortombina, ha deciso di fare chiarezza e rimettere un po’ d’ordine. Anche perché la questione non riguarda solo i vestiti. C’è tutto un discorso più ampio sul comportamento da tenere a teatro. La Scala ha dovuto affrontare anche il problema degli smartphone appoggiati alle balaustre (uno è caduto colpendo un povero spettatore in platea!) e quello delle bottigliette d’acqua o del cibo portato da casa. Scene che fanno sorridere, ma che raccontano bene quanto il confine tra cultura e sagra sia diventato labile.

 

Così, dalla prossima stagione, chi entra alla Scala dovrà farlo con un po’ più di attenzione. Non si chiede di essere perfetti, ma nemmeno di entrare come al supermercato. È davvero troppo strano pensare che un teatro celebre in tutto il mondo chieda solo un po’ di decoro? Forse no. Anzi, forse è proprio un segnale interessante per ricordare che certi luoghi meritano ancora un po’ di rispetto. Anche nel 2025.

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